C’è una buona notizia se sei interessato al bonus fiscale per le ristrutturazioni e l’acquisto di mobili per la casa. La legge di stabilità infatti ha disposto una proroga dell’incentivo sui mobili fino al 31 Dicembre 2016.
Il Bonus Mobili: le caratteristiche principali
Il termine “Bonus Mobili” è stato utilizzato per la prima volta all’interno del disegno di legge del 21 maggio 2014, relativo alle “Misure urgenti per l’emergenza abitativa, per il mercato delle costruzioni e per EXPO 2015”.
Richiedi gratis la rivista cartacea “Incentivi fiscali per la casa”
Grazie a tale misura, prorogata fino al 31 dicembre 2016, soddisfatte determinate condizioni (evidenziate nella stesso DDL) è possibile usufruire di una detrazione fiscale avente per oggetto la riduzione dell’IRPEF, pari al 50% delle spese sostenute per l’acquisto di elettrodomestici, fino ad un importo massimo di 10.000 euro. La ripartizione avviene in quote uguali nell’arco di 10 anni. Non è stato stabilito un importo minimo da raggiungere per poter beneficiare di tali agevolazioni fiscali. La cifra complessiva comprende le spese sostenute nel periodo compreso tra il 6 giugno 2013 (data iniziale del bonus) e il 31 dicembre 2016; il bonus, pertanto, non è reiterabile in annualità diverse sullo stesso immobile.
La legge ha stabilito che a godere del bonus sono le operazioni di acquisto di arredi o elettrodomestici correlate ad un intervento di recupero del patrimonio, ed effettuate in concomitanza con quest’ultimo. Oltre ad essere applicato sulle singole unità immobiliari residenziali, la misura trova applicazione anche sulle parti comuni degli edifici residenziali.
Leggi anche: Come e quando rinegoziare il mutuo
Gli interventi oggetto del bonus ristrutturazione
Quando parla di “interventi di recupero del patrimonio”, la normativa intende fare riferimento alla manutenzione straordinaria (come la ristrutturazione della stanza da bagno o la sostituzione di infissi e serramenti), al restauro e risanamento conservativo (come gli interventi effettuati per adeguare le altezze del solaio) e alla ristrutturazione edilizia (la creazione di una mansarda e l’apertura di nuove porte o finestre). Il bonus fiscale trova applicazione anche quando è necessario intervenire in seguito al danneggiamento dell’immobile a causa di calamità naturali, ma solo nel caso in cui venga dichiarato lo stato d’emergenza.
Infine, a beneficiare del bonus sono gli interventi effettuati da imprese di costruzione o da cooperative edilizie, aventi per oggetto interi fabbricati, purché questi ultimi trovino un’assegnazione entro massimo 6 mesi dalla fine dei lavori.
È importante sottolineare come non sia richiesta diretta correlazione tra l’ambiente oggetto della ristrutturazione e la tipologia di beni acquistati. Ad esempio, se l’intervento ha per oggetto il bagno, il bonus si estende anche all’acquisto di un divano o di mobili per la cucina.
Una circolare dell’Agenzia delle Entrate datata 2 marzo 2016 ha stabilito che chi ha intenzione di sostituire la caldaia presente all’interno della propria abitazione durante la ristrutturazione dell’immobile, ha diritto ad usufruire del bonus fiscale. Questo in quanto l’intervento è volto a sostituire una “componente essenziale” dell’impianto di riscaldamento, rientrando così nella manutenzione straordinaria.
Leggi anche: Miglior Mutuo: come trovare l’offerta migliore
I beni che beneficiano del bonus fiscale
Per quanto riguarda i beni oggetto del bonus ristrutturazione, rientrano nella lista mobili nuovi, grandi elettrodomestici, apparecchi per l’illuminazione e materassi.
I grandi elettrodomestici, per essere oggetto della normativa, devono rientrare in una classe energetica non inferiore alla A+, ad eccezione dei forni, per i quali è ammessa la classe A. Anche sulle spese relative al trasporto e al montaggio è applicabile il bonus mobili, ma il pagamento deve essere effettuato adottando le stesse modalità utilizzate per l’acquisto degli arredi e degli elettrodomestici. Sempre in tema di pagamenti, questi ultimi devono essere effettuati mediante bonifico “parlante” (ossia indicante il codice fiscale o il numero di partita Iva del fornitore) oppure, come confermato recentemente dall’Agenzia delle Entrate, con carta di credito o bancomat.
Bonus ristrutturazione: quali soggetti possono richiederlo?
A poter usufruire delle agevolazioni fiscali previste sono tutte le persone fisiche che presentano regolare dichiarazione dei redditi e relativo pagamento delle imposte. Oltre al proprietario (o al nudo proprietario) dell’immobile, hanno diritto l’usufruttuario o chiunque sia titolare di un diritto reale di godimento, ma anche i soggetti che occupano l’immobile grazie ad un contratto di locazione o ad un comodato d’uso. Inoltre, il bonus è esteso ai soci di cooperative o società semplice e gli imprenditori individuali (solo per gli immobili non strumentali).
Anche se il bonus ha per oggetto le spese sostenute per gli interventi di recupero edilizio, si ha a che fare con una detrazione autonoma. Per tale motivo, il decesso del contribuzione non permette di trasferire agli eredi la parte di detrazione eventualmente ancora spettante.
Leggi anche: Garanzia giovani: cos’è e come funziona
Non perdere anche queste promozioni:
- Amazon 10€ in regalo: scopri se sei idoneo!
- Sondaggi retribuiti LifePoints Italia: paga con Paypal, buoni Amazon, Zalando, Ikea
- Ricevi un buono sconto Purina gatto (richiedilo gratis)
Altre letture consigliate:
- Assegno unico universale: tutto quello che c’è da sapere
- Bonus Cultura Amazon: ora è disponibile, ecco come utilizzarlo
- Bonus cultura di 500 euro: ecco come richiederlo
Non perdere anche il concorso gratuito instant win Caccia alle Stelle: scopri se hai vinto!