Un paio di settimane fa mi sono imbattuta in uno spiacevole inconveniente alimentare: ho aperto una confezione di una zuppa pronta di un noto marchio ed ho trovato all’interno dei filamenti, una sorta di piccole ragnatele che mi hanno fatto pensare ad una infestazione di farfalline del cibo (dette anche farfalline della farina o farfalline della pasta).
Dal momento che avevo acquistato il prodotto meno di un paio di mesi prima, ho contattato l’azienda per lamentarmi dell’accaduto. L’azienda è stata gentilissima e molto disponibile e, dopo aver “indagato” su quello che poteva essere accaduto a quel lotto di produzione, ne è venuta fuori quella che, per me, è stata una “sconcertante” verità. Il prodotto era perfetto, ma era semplicemente vecchio. Era infatti stato prodotto un anno prima.
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Mi sono sempre chiesta come può un consumatore conoscere la data di produzione di un prodotto, ma ammetto di non aver mai approfondito fino ad ora. E mi sono imbattuta in non poche difficoltà.
Come riconoscere la data di produzione di un lotto alimentare?
Dopo questo episodio ho preso alcune confezioni di prodotti vari che avevo in dispensa per capire se fosse presente qualche indicazione utile in etichetta. Il nulla assoluto: oltre alla data di scadenza (e ad altre voci che a noi non interessano in questo momento) non ho trovato alcun tipo di riferimento sulla data di produzione dei prodotti che ho esaminato. Ovviamente mi riferisco a prodotti non freschi (come carne o insaccati che invece, per legge, riportano la data di confezionamento).
Incuriosita e decisa ad approfondire la questione per potervi dare delle informazioni utili proprio dalle pagine di questo blog, ho voluto cercare delle informazioni direttamente sul sito del Ministero della Salute, certa che avrei trovato le mie risposte. Il nulla assoluto, anche qui, se non le informazioni che trovate riassunte in questo opuscolo in PDF.
Nell’opuscolo ufficiale del Ministero della salute viene indicata come obbligatoria per legge:
- la di data di scadenza di un prodotto o Termine minimo di conservazione (TMC)
- Condizioni di conservazione ed uso
- Paese d’origine e luogo di provenienza
- Dichiarazione nutrizionale (la classica tabella nutrizionale con valore energetico, grassi, ecc…)
Ma nemmeno qui si fa alcun riferimento alla data di produzione di un prodotto alimentare.
Non mi sono certamente scoraggiata e, non avendo trovato informazioni, ho scritto direttamente al Ministero della Salute speranzosa di ricevere una celere risposta. Dopo un paio di “rimpalli”, sono in attesa di una risposta dall’11 Aprile.
Non ancora contenta. ho provato a chiedere informazioni direttamente ad alcune note aziende con questi risultati (scoraggianti, ma meglio di nulla!).
Unilever: per il marchio Unilever, per alcune tipologie di prodotti (non su tutti) oltre alla data di scadenza troverai una sigla identificativa utile per capire quanto è stato prodotto quello che avete acquistato (o state per acquistare). Preciso che questa informazione mi è stata fornita direttamente dal servizio clienti (quindi si tratta di una informazione certa).
Nell’esempio che vedete qui sotto, trovate prima la data di scadenza (04/2018), la sigla di nostro interesse e l’ora di produzione.
La sigla è anticipata dalla lettera “L”, seguita da dei numeri: il numero “7” indica l’anno di produzione (in questo caso 2017) mentre le cifre “003” sono quelle che indicano il giorno dell’anno di produzione. In questo caso il 3° giorno del 2017, ossia il 3 gennaio 2017.
Una curiosità: le ultime 3 cifre invece (in questo caso 776) indicano lo stabilimento di produzione del lotto.
E per tutte le altre marche? Ne ho contattate almeno 3, e poi ho mollato il colpo. Sostanzialmente, non forniscono il metodo per capire quando un alimento è stato prodotto, ma ti invitano a chiamare il servizio clienti oppure ad inviare una foto dell’etichetta per poi fornirti la risposta.
Conclusioni: immagino che queste informazioni non vengano fornite molto volentieri ai consumatori per evitare di ritrovarsi con molti prodotti invenduti (e lo posso capire) ma, al tempo stesso, trovo sconcertante che un consumatore non possa avere libero accesso a queste informazioni, anche semplicemente per evitare di ritrovarsi prodotti immangiabili, nonostante la scadenza del prodotto non fosse stata superata.
Voi cosa ne pensate? Avete qualche informazione in più che potremmo aggiungere a questo articolo?