Il conto termico è stato istituito nel marzo 2011 con un decreto legislativo e il suo scopo è quello di erogare degli incentivi a tutti coloro che passano dalla produzione di energia termica con fonti non rinnovabili (metano, gasolio) a nuovi impianti che assicurino un notevole risparmio energetico o che funzionino con le rinnovabili.
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La legge ha affidato l’erogazione di questi incentivi al GSE, il gestore dei servizi elettrici che per due anni verserà un certo importo in conto capitale a coloro che ne faranno richiesta.
A dire il vero il D.L. del marzo 2011 prevede anche delle agevolazioni per interventi mirati a coibentare e a rendere maggiormente efficienti dal punto di vista energetico gli edifici, ma tale provvedimento vale solo per le pubbliche amministrazioni.
I privati infatti in questo caso devono avvalersi delle detrazioni fiscali del 55% da farsi in sede di dichiarazione dei redditi.
Per quel che riguarda gli impianti di riscaldamento vengono riconosciuti gli incentivi quando si installano:
– caldaie a condensazione
– pannelli solari termici
– stufe e termocamini a biomassa, a pellet
– pompe di calore
Per poter accedere alle agevolazioni statali è necessario seguire la procedura stabilita nel dicembre 2012 che prevede l’obbligo di presentare la domanda online al GSE entro 60 giorni dal termine dei lavori. Il portale però al momento non è ancora attivo e dunque chiunque abbia già terminato i lavori potrà fare la sua richiesta entro i 60 giorni successivi all’attivazione.
Per l’inoltro della domanda è però necessario munirsi di tutta la documentazione richiesta (fatture, libretti di impianto, autodichiarazione), ma occorrono anche almeno otto fotografie che provino gli avvenuti interventi e soprattutto che il pagamento sia avvenuto tramite bonifico.
Il GSE, entro 60 giorni, esamina la richiesta e quindi può approvarla, richiedere ulteriori informazioni o inviare all’interessato un preavviso in cui si specifica che la domanda verrà rigettata. In quest’ultimo caso il richiedente ha ulteriori 10 giorni di tempo per integrare la sua documentazione o per fare le proprie osservazioni.
Naturalmente le domande per gli incentivi vengono accettate fino al raggiungimento del limite dei contributi stanziati e per quest’anno le cifre ammontano a 700 milioni di euro per gli incentivi destinati ai privati e a 200 milioni per le pubbliche amministrazioni.
L’importo dell’incentivo viene calcolato secondo precisi parametri che tengono conto di diversi fattori, ad esempio se si è installato un nuovo impianto di riscaldamento a energia rinnovabile a pellet o a biomassa vengono esaminati tra gli altri, la potenza termica prodotta e le emissioni di polveri in atmosfera. Per gli impianti solari invece si tiene conto dei metri quadrati di pannelli.
L’area in cui si vive influisce sull’importo dell’agevolazione perché sappiamo tutti benissimo che in Italia vi sono zone in cui l’impianto di riscaldamento viene messo in funzione per periodi limitatissismi di tempo, come nell’estremo sud e altre in cui invece si deve riscaldare la casa per oltre metà dell’anno. Il territorio è perciò stato diviso in sei fasce climatiche e l’importo degli incentivi varia in base alla localizzazione geografica. E’ massimo nella fascia più alta, che corrisponde alla zona alpina e va mano a mano decrescendo, fino a raggiungere il minimo per l’area mediterranea che comprende le isole che si trovano nel canale di Sicilia.
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