A dispetto della rivoluzione digitale e dei millennials, i nostri cassetti e scrivanie di casa sono letteralmente sommersi dalla carta.
Bollette, quietanze, ricevute, fatture, contravvenzioni, scontrini e chi ne ha più ne metta: anche se la tentazione è di gettare tutto nel cestino, prima di agire occorre prestare molta attenzione. E per farlo, è necessario conoscere i termini di prescrizione validi per ogni documento.
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Cioè, bisogna informarsi su quale sia il tempo di conservazione minimo, ossia quello entro il quale l’autorità di riferimento può richiederlo come giustificativo delle spese o, all’apposto, essere utilizzato dal consumatore in caso di controversie.
Insomma, per evitare eventuali ingiunzioni di pagamento e di rimetterci col portafoglio, si ricorda il detto “prevenire è meglio che curare”. Basta creare un archivio domestico ben organizzato e prestare un po’ di attenzione per essere certi di conservare tutti i documenti e di buttare solamente quelli che non servono più.
Vediamo come fare!
Quando buttare le bollette
Uno dei principali problemi è sicuramente la conservazione delle bollette delle utenze domestiche. Quanto a lungo bisogna tenerle con sé, per non andare incontro a fastidiosi problemi?
La risposta è semplice: le bollette di luce, gas e acqua vanno conservate per 5 anni. Quelle della telefonia, invece, vanno archiviate per 10 anni.
Per quanto riguarda imposte e tributi vari come F24, ex ICI, IMU, TASI e tasse sulla nettezza urbana, occorre tenerle per 5 anni, a partire dall’anno seguente al pagamento o alla dichiarazione effettuata.
Per quanto tempo conservare le ricevute di pagamento e gli scontrini?
Oltre alle bollette, ci sono molte altre ricevute di pagamento che dobbiamo conservare per 3, 5 o 10 anni.
Da conservare per 10 anni:
- Pagamento Canone Rai
- Pagamento spese di condominio
Da conservare per 5 anni:
- dichiarazione dei redditi (730, Cud, ecc)
- ricevute pagamento di imposte
- ricevute dell’affitto
- ricevute del mutuo
- titoli di stato
- pagamento del bollo auto
Da conservare per 3 anni:
- fatture fornitori
- pagamento di avvocati, notai, commercialisti o altri professionisti
- cambiali
Un discorso a parte è quello che riguarda la conservazione degli scontrini fiscali, che vanno conservati per tutta la durata della garanzia sul prodotto comprato, generalmente 2 anni.Â
Le ricevute di alberghi, ristoranti o viaggi, invece, vanno tenuti per 6 mesi.
Un occhio alla scadenza delle multe
Il traffico italiano è purtroppo noto in tutto il mondo e, non a caso, il Belpaese si trova ai primi posti in Europa per numero di infrazioni compiute.
Ecco perché le multe rappresentano un bella spina nel fianco per milioni di connazionali e vale davvero la pena non rischiare di pagarle due volte.
A tal proposito, va ricordato che la ricevuta di pagamento di una multa va obbligatoriamente conservata per un periodo non inferiore ai cinque anni.
Quali documenti conservare per sempre
Esistono documenti importantissimi, che possono servire in qualsiasi momento e che vanno conservati in ottimo stato per sempre.
Tra questi troviamo: gli atti e i rogiti relativi all’acquisto di un immobile, gli attestati di vario tipo, i diplomi, i titoli di studio, le sentenze dei tribunali, gli atti di divorzio, di separazione, i certificati di nascita, di morte e di matrimonio.
Ti consiglio, inoltre, di archiviare anche le cartelle ospedaliere di ricoveri e gli esami medici in quanto è sempre bene averli a portata di mano in caso di controlli successivi.
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