In alcuni comuni italiani è in vigore da mesi il “baratto amministrativo”, riconosciuto nell’articolo 24 del decreto “Sblocca Italia”, che dà la possibilità ai cittadini in difficoltà economiche di avere uno sconto sui tributi comunali Tasi, Imu e Tari. Per usufruirne, occorre svolgere in cambio alcune ore di lavori di pubblica utilità in accordo con l’Amministrazione Comunale.
Il primo paese ad aver attuato il baratto amministrativo è stato Invorio, in provincia di Novara, la cui Amministrazione, all’interno di un bando pubblicato a gennaio, ha garantito il 50% di sconto sulla Tari (la tassa dei rifiuti) in cambio della cura e della manutenzione di due marciapiedi per 5 giorni a settimana, dal lunedì al venerdì.
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A Roma un gruppo di condomini ha risistemato la strada antistante il palazzo chiudendo le buche, rimuovendo le scritte dai muri e acquistando un paio di fioriere da abbellimento. I cittadini, in cambio, hanno ottenuto uno sconto sulla Tasi, la nuova tassa per la casa.
Il baratto amministrativo: come funziona
Per poter accedere al baratto amministrativo il cittadino deve osservare alcuni criteri:
- deve comprovare lo stato di disagio economico
- deve disporre dei tributi locali scaduti
- deve fare richiesta al Comune di residenza per ottenere il permesso a pagare le tasse svolgendo i lavori socialmente utili.
Il primo Comune che ha attuato il baratto amministrativo ha fissato i seguenti requisiti per i richiedenti:
- debito non superiore a 5000 euro
- essere residenti maggiorenni nel Comune
- avere un ISEE non superiore a 8.500 euro
- che i debiti siano tributi comunali iscritti a ruolo non ancora pagati o che abbiano ottenuto contributi come inquilini morosi non colpevoli negli ultimi 3 anni.
Per informazioni più dettagliate sull’iniziativa gli interessati possono consultare la pagina web del proprio comune di appartenenza visitando l’apposita sezione, oppure recarsi personalmente presso gli uffici comunali informandosi sulla relativa documentazione che potrebbe variare a seconda del Comune.
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